Dalla
presentazione del Disegno di Legge Carfagna sulla prostituzione e con
le ordinanze di tanti Sindaci in Italia si è creato un pericoloso clima
di intolleranza verso tutte le persone che si prostituiscono. Insieme
al ddl si sono avviate campagne politico-mediatiche per alimentare
l’allarme sociale e la paura dei cittadini. Sulle persone socialmente
“deboli” (della cui sicurezza non ci si preoccupa), si vuole oggi
indirizzare l’insicurezza e la paura della gente facendole diventare il
capro espiatorio su cui sfogare le frustrazioni di un Paese che sta
impoverendo in tutti i sensi. La “sicurezza” sta diventando l’abbaglio
e il pretesto per escludere e discriminare i più “deboli”, i “diversi”
e gli “stranieri”, nei confronti dei quali sono aumentate aggressioni,
violenze, discriminazioni che si fanno passare come normali, endemici e
scontati atti di violenza metropolitana, sottacendone l’origine
razzista, sessista, omo-transfobica.
Sulla paura e
sull’insicurezza si sono costruite campagne che non risolvono ma
ingigantiscono i problemi, dei quali si continua a non considerare le
cause cercando semplicemente di eliminare gli effetti per mezzo della
ricetta più semplice, quella di nascondere. Esattamente quello che si
sta tentando di fare con la prostituzione: renderla invisibile. Ma in
questo modo non si tutelano i diritti di nessuno. In questo modo si
riducono i diritti di tutti:
* il ddl Carfagna
sulla prostituzione non tiene assolutamente in considerazione
l’esperienza di tutte quelle persone (trans, donne, uomini) che hanno
scelto liberamente di vendere prestazioni sessuali, né risponde ai
bisogni delle persone che esercitano la prostituzione per vivere o
sopravvivere. Le emargina soltanto, senza neppure offrire una
alternativa;
* inoltre,
contrariamente a quanto afferma il Governo, il ddl aggrava la
condizione di chi è sfruttato ed è vittima della tratta di esseri
umani, fenomeno molto frequente, che riguarda moltissime persone
straniere che si prostituiscono in strada, spingendo le persone nel
sommerso di appartamenti e locali, rendendole irraggiungibili e
completamente sotto il controllo degli sfruttatori;
* infine,
il disegno di legge non renderà i cittadini più sicuri, poiché la
sicurezza si costruisce innanzitutto creando condizioni di benessere
diffuso, di convivenza pacifica, di rispetto, di pari opportunità, di
diritti per tutti e non spingendo al chiuso e nei ghetti fenomeni
sociali e persone che fanno parte della nostra società.
Questo
DDL attacca i principi di libertà garantiti dalla Costituzione, priva
di diritti le persone che esercitano la prostituzione, minaccia
seriamente la loro salute e la loro sicurezza, non tutela l’incolumità
delle vittime di sfruttamento, non permette di portare avanti i servizi
che da anni operano attività di riduzione del danno e di prevenzione
sanitaria che da sempre garantiscono il diritto alla salute dell’intera
comunità (contatto, informazione, sensibilizzazione ed accompagnamento
che svolgono gli operatori sociali direttamente in strada con le
persone che si prostituiscono). Questo DDL rischia inoltre di
depotenziare il sistema di tutela e assistenza delle vittime di grave
sfruttamento e tratta di persone, che pure rappresenta un punto di
eccellenza dell’Italia nel panorama internazionale: le vittime non
avranno più accesso ai programmi di aiuto poiché non potranno essere
più contattate dalle unità di strada, ed anche per le forze dell’ordine
il contatto sarà più difficile.
Ci opponiamo al DDL perché crediamo che le persone debbano essere:
* Libere
dalla violenza, a cui vuole condannarle il DDL Carfagna costringendo le
persone ad esercitare la prostituzione al chiuso, dove è più difficile
difendersi dalla violenza e dove aumenta la precarietà. Il DDL non
considera il fatto che chi si prostituisce non commette reati contro
terzi ma spesso li subisce (violenze, stupri, rapine, sfruttamento,
riduzione in schiavitù); non considera inoltre che violenza,
sfruttamento, riduzione in schiavitù già sono presenti in una parte
della prostituzione al chiuso esercitata negli appartamenti o tramite i
locali notturni. Il DDL inoltre, in evidente violazione degli obblighi
costituzionali ed internazionali assunti dallo Stato italiano
relativamente alla protezione dei minori, prevede il rimpatrio forzato
delle persone minorenni non italiane che si prostituiscono,
costringendole a tornare nei luoghi dai quali sono fuggite. Questo
significa molto spesso immettere una seconda volta le vittime nel
circuito dello sfruttamento e in una condizione di vulnerabilità ancora
maggiore.
* Libere di
poter accedere e di usufruire di servizi e opportunità, mentre invece
il DDL Carfagna – con il suo estremismo securitario e la sua
impostazione esclusivamente repressiva – toglie ogni prospettiva futura
per chiunque voglia abbandonare la prostituzione. Le persone trafficate
vedranno ridotte drasticamente le loro possibilità di accedere ai
programmi di assistenza e protezione sociale in quanto sempre più
irraggiungibili dagli operatori sociali ma anche dalle forze
dell’ordine, che verranno viste come nemiche anziché come un punto di
riferimento. A chi esercita la prostituzione per mancanza di
alternative e a causa della discriminazione (si pensi alle
transessuali), non viene offerta alcuna alternativa, nessuna misura di
supporto all’inclusione sociale e all’inserimento lavorativo.
* Libere
di scegliere, mentre il DDL Carfagna non tiene in considerazione il
fatto che la prostituzione possa essere una scelta, né garantisce aiuto
alle vittime di tratta e sfruttamento, né offre alternative a chi
vorrebbe abbandonare l’attività prostitutiva ma ha bisogno di un
sostegno.
* Libere
dal pregiudizio, mentre il DDL, criminalizzando la prostituzione,
aumenta lo stigma e il pregiudizio verso chi la pratica, esponendo le
persone a violenze, persecuzioni, discriminazioni e maggior
emarginazione.
* Libere
di agire, mentre il DDL, per salvaguardare il “pubblico pudore”, impone
norme di comportamento a tutte e tutti. In questo modo si limita la
libertà, l’autodeterminazione e si ledono i diritti.
Elenco dei promotori
ARCI
ASGI
Associazione Cantieri Sociali
Associazione Giraffa
Associazione Libellula
Associazione NAGA
Associazione On the Road
Associazione radicale Certi Diritti
CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
Consorzio di cooperative sociali “GESCO Campania”
Coooperativa Sociale Dedalus
Coordinamento nazionale transgender Sylvia Rivera
Gruppo Abele
La strega da bruciare
M.I.T. – Movimento di Identità Transessuale
PIAM onlus
Provincia di Pisa
Rivista Carta
Ufficio Pastorale Migranti Piemonte