Ru486 la pillola per l’aborto non chirurgico
Gentile ministro
grazie
alla legge del 1978, le donne hanno potuto accedere ai servizi del
sistema sanitario nazionale anche per abortire, superando la
clandestinita’ a cui fino ad allora erano costrette. La legge, quindi,
ha rappresentato una innovazione civica e sanitaria.
Il
metodo chirurgico piu’ diffuso per la pratica abortiva e’ quello
dell’aspirazione (noto come Karman, dal medico che lo ha inventato). Ma
in questi anni si e’ anche diffusa una pratica non chirurgica,
farmacologica, basata sul principio attivo della pillola RU486. Milioni
di donne ne hanno fatto uso nei Paesi dell’Ue. In Francia e’
autorizzata dal 1988, in Gran Bretagna dal 1990 e in Svezia dal 1991. In quasi tutti i Paesi il suo uso e’ legale.
I vantaggi dell’aborto farmacologico sono riscontrati in termini sanitari, psicologici ed economici.
Nel primo e nel secondo caso, la semplicita’ di un intervento non chirurgico, evita il trauma della sala operatoria.
Nel
secondo caso, e’ noto che oggi il costo pagato dalla Regione
all’ospedale e’ mediamente di euro 8-900,00, comprendente degenza e
intervento. Invece con la RU486
l’intervento chirurgico sarebbe sostituito dall’assistenza medica, e la
degenza sarebbe minima: ne deriverebbe un risparmio economico per il
SSN.
Per queste ragioni, signor ministro
LE CHIEDIAMO
di
aprire alla commercializzazione della RU486 anche il nostro Paese,
invitando le aziende che gia’ operano in Europa a presentare le
necessarie richieste di autorizzazione