(da Server donne)
Il 17 ottobre 2007, alle ore 17.00, la Facoltà di Scienze della formazione conferirà la laurea honoris causa alle Madres de Plaza de Mayo nella persona di Hebe de Bonafini.
Il 17 ottobre, nell’aula abisidale di S. Lucia, sarà l’occasione perchè l’Ateneo e con esso tutta la città di Bologna, donne e uomini, diano riconoscimento a donne che da semplici casalinghe pazze di dolore per la scomparsa dei figli si sono trasformate in donne capaci di capire il mondo che le circonda e di produrre una pratica politica del tutto originale che mette al centro l’assunzione di resdponsabilità verso l’altro che ci sta accanto.
Un ringraziamento a Letizia Bianchi per aver realizzato il desiderio delle Madres de Plaza de Mayo.
Le motivazioni della laurea honoris causa alle Madres de Plaza de Mayo
Le madri di Plaza de Mayo sono il simbolo della resistenza della società argentina contro il golpe militare che il 24 marzo 1976 insanguinò il paese, portando alla scomparsa di trentamila persone. Da allora il nome "desaparecidos" rimane ad indicare una categoria di persone mai dichiarate morte, e un crimine mai conosciuto prima, legato ad un perverso progetto di scomparsa degli oppositori: non lasciando corpi – e dunque l’evidenza della colpa – non ci sarebbero stati colpevoli.
In una società paralizzata dal terrore, le madri dei ragazzi e delle ragazze scomparsi cominciarono a riunirsi tra loro, sfidando il potere militare che vietava qualsiasi forma di assembramento.
Iniziarono a protestare proprio nella piazza del governo, la Plaza de Mayo , ciascuna con un fazzoletto bianco in testa sul quale era scritto il nome del figlio scomparso. Iniziò così la storica marcia di ogni giovedì che da allora ha sempre avuto luogo: il 25 gennaio 2006 le madri erano al loro millecinquecentesimo (1500) giovedì in piazza.
Le tre madri che fondarono l’associazione vennero sequestrate ed uccise ma le altre riuscirono a far sapere all’estero quello che avveniva in Argentina e a chiedere solidarietà internazionale.
Da semplici casalinghe, "pazze" di dolore per la scomparsa dei figli (locas era il modo con cui le definivano i giornali dell’epoca), poco per volta si trasformarono in donne capaci di capire il mondo che le circondava e di agire per cambiarlo.
Oggi le Madres – che hanno tutte tra gli 80 e i 90 anni – ritengono che i nuovi desaparecidos siano i bambini che ogni giorno continuano a doversi prostituire e a cercare cibo tra i rifiuti; hanno quindi aperto una scuola dove i ninos de la calle possano essere accuditi e ricominciare a fidarsi del mondo. Convinte che “le rivoluzioni cominciano dalle parole che usiamo” anche in questo caso il loro primo gesto politico ha avuto a che fare con il linguaggio. Bisogna rifiutarsi di chiamarli bambini di strada, perché in questo modo diciamo che sono della strada e non nostri e ci sottraiamo alle nostre responsabilità. Dobbiamo chiamarli i nostri bambini che vivono in strada.
In questo momento stanno aprendo una seconda scuola a Lanus nella periferia di Buenos Aires.
Hanno anche aperto una Libera università, un Laboratorio di scrittura e una casa editrice, nonché un centro agroalimentare.
Tutte queste imprese sono condotte dalle madres in collaborazione con soggetti della società civile in particolare con giovani.
Nel 2003 è uscito un loro libro intitolato Il cuore nella scrittura. Poesie e racconti del laboratorio di scrittura delle Madres de Plaza de Mayo.
La motivazione per la richiesta di una laurea honoris causa della Facoltà di Scienze della formazione.
Sono donne, madri che hanno inventato una forma di lotta nuova, originale che della loro condizione esistenziale, assunta e cosciente, hanno fatto punto di partenza di una azione civile più vasta. Qualcuna ha parlato di socializzazione della maternità E’ a loro che si rifanno i movimento delle madri Afgane ed iraniane e quello delle madri statunitensi che di recente hanno chiesto al Presidente Bush di comunicare loro direttamente la morte dei figli.
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