Car* Compagn*,
A cosa miriamo: un Blocco Pink ben organizzato, costruito da gruppi autonomi di compagn* che siano preparate a riprendersi le strade con una comune posizione sul perchè essere presenti.
Marciamo contro il capitalismo!
I fronti politici corporazionisti sono il risultato degli sforzi lobbistici dei e per i ricchi, coloro che sostanzialmente beneficiano delle gerarchie sociali ed economiche. Nel caso del fronte politico queer, gruppi lobbistici d’influenza includono la Human Rights Campaign (HRC) e altre organizzazioni similmente riformiste e liberali che non si oppongono alle strutture sociali autoritarie. Questa è la ragione per cui queers meno privilegiat* – come le persone Trans*, queers senza permesso di soggiorno, rifugiat* e persone di colore – sono tutte troppo spesso abbandonate tra precarietà e violenza dalle stesse strategie politiche di queste potenti organizzazioni. Questi gruppi preminenti sono legalmente classificati come corporazioni no-profit e sono organizzati su grande scala, spesso a livello nazionale o internazionale. Collaborano con partiti politici e altri gruppi non democratici che sostengono di rappresentare la nostra lotta. Sono veloci a compromettersi e si appellano sempre allo stato invece di ammettere che nessuno può rappresentarci se non noi stess*. Noi diciamo NO! Allo sfruttamento corporazionistico capitalista delle politiche LGBTQIAA!
Noi siamo anti-fascist* senza se e senza ma!
L’Ungheria detiene alcuni tra i più forti gruppi di estrema destra europea. Non siedono solo in parlamento, ma si muovono ovunque nelle strade. Diffondono violenza, dalle molestie e aggressioni quotidiane alle mobilitazioni di massa contro il Pride. Da qualche anno a questa parte la manifestazione è stata ripetutamente attaccata dai neo-nazisti, così che la polizia si è trovata in dovere di “securizzare” il percorso del Pride con diverse file di barriere, bloccando l’intero centro per tutto il giorno. Questa situazione si aggiunge alla generale antipatia che la popolazione esprime per questo evento. Invece di vedere la violenza neo-nazista quale causa del blocco della città, la gente incolpa il Pride. Noi protestiamo contro la securizzazione massiva della manifestazione, che ci ostacola più che aiutarci.
Marciamo contro l’estrema destra tutti i giorni, non solo una volta l’anno, apertamente nelle strade e non dietro alle barriere della polizia. I neonazisti non sono una minaccia solo per noi, la loro violenza colpisce tutte le comunità sociali che non si conformano alle loro “norme”. Marciamo in solidarietà con quelle comunità e rivendichiamo un fronte comune contro il fascismo in Ungheria e in altre parti. Il nostro antifascismo non emerge dalla paura liberale del conflitto e delle posizioni “estremiste”: viene dal nostro cuore, dalla nostra solidarietà con chi combatte contro i neonazisti tutti i giorni, ed in particolare dalla nostra convinzione per cui lo stesso sistema che propaganda eteronormatività, sessismo, patriarcato, violenza domestica e sfruttamento, sia lo stesso sistema che incoraggia e beneficia dalla crescita dell’estrema destra. Il Blocco Pink marcia fermamente contro l’estrema destra!
Unit* contro razzismo e omonazionalismo!
Contro la crescita dell’estremismo neo-nazista, così come il razzismo di stato complice dei gruppi di estrema destra che minacciano e attaccano la comunità Rom in Ungheria, ci uniamo contro il razzismo. Siamo anti-nazionalist*, rifiutiamo qualsiasi simbolo nazionale (o di qualsiasi nazionalità) nel panorama del Pride, perchè crediamo che l’omonazionalismo si connetta in modo cruciale con le tattiche razziste dello stato.
Ci opponiamo alla strategia mainstream del movimento LG(BT) che invoca accettazione nella società come buoni cittadini, buoni consumatori, buoni contribuenti al costo dell’esclusione di queers senza permesso, queers disabili, queers della classe lavoratrice, queers senza tetto, queers poveri, queers asessuali, e quelli che non si conformano alle norme in altri modi. In un contesto più ampio e con una prospettiva a lungo termine, rifiutiamo lo stile pinkwashing della politica per cui il Pride diventa la marca di “civilizzazione” per molti paesi dell’Est o del Centro Europa, diventando la prassi di un giorno senza alcuna attenzione ai problemi strutturali e quotidiani dellà comunità LGBTQIAA. Vogliamo alzare le voci e nominare il razzismo e le altre forme di discriminazione all’interno del movimento LGBT in Ungheria.
Marciamo in solidarietà con…
persone trans*, queer, bisessuali e asessuali; lesbiche, donne, immigrat*, Rom, lavoratrici/ori in nero, coloro che vivono la povertà e/o senza tetto, attivist*, persone con disabilità e compagn* che vivono oppressione e violenze, come in Turchia, Georgia, Ucraina, Russia, Palestina, ed in particolare coloro che vengono costantemente messi a tacere dentro il movimento LGBT.
Prima ancora che RoR Budapest nascesse, RoR Vienna partecipò in grandi numeri per darci supporto. La presenza Antifa fu ulteriormente promossa dall’arrivo di bus pieni di compagn* dai paesi vicini. Promuovemmo allora, due anni fa, per la prima volta il Blocco Pink a seguito di un incidente essenzialmente fucked up che mise in luce quanto la comunità organizzatrice del pride fosse gay-centrica e quanto le discriminazioni razziste, transfobiche e classiste non fossero sufficientemente prese in considerazione.
Da allora sono cambiate molte cose nell’organizzazione del Pride. Data la situazione politica attuale ungherese ed il bisogno di affrontare diversi problemi ed esclusioni ancora presenti nella comunità LGBTQIAA, vi chiediamo ancora quest anno di partecipare per aiutarci a rilanciare la lotta contro il capitalismo, il fascismo, l’omonazionalismo e il razzismo.
Per il Pride di Budapest 2013 vi invitiamo ad un incontro importante Venerdì 5 Luglio alle 18.00 (scrivete a fork@riseup.net per ulteriori dettagli) per preparare striscioni, e ancor più importante, per condividere idee su come essere strategicamente visibili all’interno del Pride per esprimere le nostre idee sulle questioni politiche dirimenti che affliggono la vita quotidiana di molte persone.
In solidarietà