La mia terra scossa, la palude torna in superficie. E io canto agli scarriolanti larilalà, e al loro lavoro.
Come allora, ripartiamo, con le nostre mani e i nostri corpi diamo nuova forma a quelle zolle, a quei mattoni.
Io seguirò questo striscione perchè, come la terra, anche io sono in sommovimento. La mia identità di genere si copre e scopre, cambia, non si ferma: io sono queer.
Sono queer e quel genere di palude, l’eterosessismo che mi vuol affogare, che non lascia respirare, carriola dopo carriola, lo porto via. Con l’attivismo, personale e politico, io sovverto.
La Rivolta sarà queer o non sarà.
Figliefemmine
(che lontane e vicine…si ritrovano sempre)