Corteo Notturno contro la Violenza Maschile – 7 Marzo 2009

LA VIOLENZA SULLE DONNE NON È UNA QUESTIONE DI ORDINE PUBBLICO È UN PROBLEMA “CULTURALE” SOCIALE ED IN SOSTANZA POLITICO

La
violenza sulle donne è la 1° causa di morte e di invalidità permanente
per le donne fra i 14 ed i 66 anni in Europa, ciò nonostante
siamo convinte che la violenza non sia il nostro destino. Per questo vogliamo combatterla alle radici prima che si manifesti, nelle strade ma soprattutto nelle case dove ha la sua espressione più continuativa e massiccia e con l’aiuto della scuola luogo di formazione per tutte e tutti. Denunciamo l’uso e l’abuso del corpo della donna
sempre esposto, disponibile e lascivo, tanto nei media quanto nella
pubblicità che genera la “cultura” dello stupro. Quello che
prima era silenzio sulle violenze ora che con l’aumento delle denunce non può più essere tale, diventa strumentalizzazione. Tutti parlano e barattano interessi politici sui nostri corpi.

Rifiutiamo qualsiasi provvedimento in chiave razzista e autoritaria fatto in nostro

nome. Per noi la violenza è “solo” maschile e non dipende dal passaporto di chi la agisce. Ci ripugna la logica violenta tanto degli stupratori quanto delle ronde dei giustizieri. Per noi una strada è sicura quando è piena di donne.

Rifiutiamo la logica della paura ed affermiamo la nostra libertà! Per bloccare la violenza, crediamo nella solidarietà fra donne e lesbiche, nella denuncia dei maschi violenti, e nella necessità di dotarci di strumenti per l’autodifesa.

PRENDIAMO INSIEME PAROLA PUBBLICA DICIAMO NO ALLA VIOLENZA MASCHILE

SABATO 7 MARZO’09

CORTEO NOTTURNO DI DONNE E LESBICHE CONCENTRAMENTO ALLE H.20 IN PIAZZA DELL’UNITÀ


ASSEMBLEA CITTADINA DI DONNE E LESBICHE (BOLOGNA)

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Changing Sexpectations – Un documentario su sesso e genere

Changing Sexpectations from Alyssa on Vimeo.

 

 

"TA
revolutionary film that examines sexuality from every angle imaginable
— and some angles you never wanted to imagine! Made as a final project
for Feminist Theory, CHANGING SEXPECTATIONS is not your average sex ed
video. Examines topics such as arousal, intersexuality, gender
identity, sex toys, masturbation, communication, anal sex, STIs,
pregnancy, and one night stands.

For more info & goodies visit sexpectations.wordpress.com
Music by Alex Arrowsmith | alexarrowsmith.com

 

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Campagna Relish – Manifesto per il diritto alla critica di genere

Analisi del Comunicato Stampa Relish del 28/01/2009

LA CAMPAGNA RELISH: GIOCO E MALIZIA FRAINTESI

 

>>“Nello sviluppo della campagna pubblicitaria, ci siamo ispirati al famoso film Thelma & Louise”
dichiara Alessandro Esposito Amministratore Delegato di Relish. “Il nostro tentativo era
esattamente quello di sdrammatizzare le situazioni critiche rappresentate nel film e guardarle da
un punto di vista ironico.”

In Thelma e Louise un tema è centrale, la narrazione non è poi così difficile da comprendere, un percorso di autodeterminazione femminile. Il tema della violenza maschile non è assente, e compare così come spesso compare nelle nostre singole vite. Come il dazio dell’espressione di una libera vita sessuale, della rivendicazione di autonomia. E’ un giogo antico e che noi lottiamo nella nostra quotidianità, nel nostro pensiero e politica. "Sdrammatizzare le situazioni critiche rappresentate nel film e guardarle da un punto di vista ironico". Rincresce, ma nemmeno stupisce, sapere che il mercato senta l’urgenza di sdrammatizzare il comportamento machista e violento del corpo poliziesco. Oppure è questa l’urgenza vera: farci pensare che si possa sorridere e ammiccare all’abuso d’ufficio? Oppure il mercato pretende di fare ironia sulle scene critiche, violente, per farci sorridere mentre ci prendono a calci?

>>Forte visibilità, immediata memorabilità del marchio, voglia di differenziarsi.

In effetti la visibilità, purtroppo, c’è. La voglia di differenziarsi no. Quale sarebbe la differenza tra un immagine che minimizza la violenza sulle donne e un mondo che fa lo stesso? Quale sarebbe la differenza tra la sottomissione rappresentata e la guerra che ogni giorno viviamo sui nostri corpi? Come si differenzia la campagna pubblicitaria da un sistema economico e culturale che ancora non tiene conto delle discriminazioni di genere, anzi le perpetra sistematicamente, e quindi da un ammasso di inutile pubblicità complice?La memorabilità…la memoria. Si c’entra, la memoria. Perchè il linguaggio che parla la pubblicità è un linguaggio politico e di potere. E il potere si regola proprio così, attraverso la contaminazione per ripetuti atti della memoria, dell’imprinting di tutt*. Non sarebbe il caso affrontare il compito con un minimo di responsabilità? Noi la nostra responsabilità, verso noi stesse, verso le altre donne e verso la società tutta, ce la mettiamo. E non intendiamo tacere.

>> (…)Non c’è stato alcun intento di strumentalizzazione, considerando che la campagna è stata programmata e
scattata i primi giorni dello scorso mese di dicembre, momento in cui niente faceva presagire a
questa ondata di violenza sulle donne.

La violenza sulle donne non è un’ondata. La prima causa di morte per le donne dai 14 ai 45 anni nel mondo è la violenza maschile. E nemmeno la violenza dello stato e dei corpi polizieschi e militari è un’ondata. La violenza sulle donne si esprime anche nella diffusione di modelli a-culturali, come nel caso della campagna pubblicitaria Relish.

>>Ci dispiace se la campagna può aver generato reazioni contrarie e di questo non possiamo che scusarci

Chiediamo il ritiro della campagna pubblicitaria e l’assunzione di responsabilità pubblica da parte del sistema pubblicitario.

>>Tuttavia” continua Esposito “appare abbastanza evidente che le immagini hanno un notevole contenuto di ironia. L’espressione della donna non è allarmata o terrorizzata, come sarebbe invece se la situazione rappresentata fosse effettivamente drammatica. Anzi è addirittura leggermente beffarda e maliziosa, per cui appare evidente che tutta la situazione è un’iperbole, ben lontana dall’essere vera”.

E’ proprio così che agisce la "normalizzazione". Non c’è nulla di ironico, l’ironia ha molti significati, basta una rapida ricerca su wikipedia, tutt* possono saperlo con un clic ormai. Nessuno corrisponde all’intento mostrato nella foto. Comicità? Nessun* ride a gurdare quel manifesto, non è comico. Forse il Signor Esposito ha uno strano concetto di ironia e forse farebbe bene a correre nel primo gruppo di autocoscienza che trova (ce ne fossero!) e farsi due domande, parlarne con qualcun*.

PS: Da notare che la chiusura del comunicato smentisce le sarcastiche scuse precedenti.

L’incubo della cultura sessista si avvera: abbiamo un…

Manifesto per il diritto alla critica di genere e per una responsabilizzazione del mondo della cultura

(da Femminismoasud)

1.] Noi non siamo spettatrici passive della cultura; abbiamo il diritto di esprimere una critica di genere; il mondo della cultura dovrà accoglierla senza confondere la critica di genere con la santa inquisizione.

2.] Noi non amiamo la censura, non siamo dame di carità, siamo scrittrici, giornaliste, creative, fotografe, registe, attrici, pittrici, artiste, autrici, lettrici, fruitrici, il cui parere è sempre stato trattato e connotato come di parte, non obiettivo, pregiudizievole. Gli uomini che fanno cultura non hanno l’esclusiva della "obiettività".

3.] Noi siamo consapevoli di quanto sia fondamentale il ruolo di chi fa cultura nel nostro paese e ci assumiamo la responsabilità di osservare attivamente quanto viene prodotto per presidiare un contesto altrimenti svuotato di contenuto e significato e orientato solo dalla domanda del mercato.

4.] Noi produrremo cultura con la consapevolezza che essa potrà veramente cambiare punti di vista e migliorare le regole del nostro vivere civile.

5.] Noi non dichiariamo la resa ad un mondo (quello culturale) dominato dall’interesse dei marchi di produzione e distribuzione. Noi non ci accontentiamo di essere semplici operaie di una industria (quella della cultura) che è diretta da un unico principio fondante: quello economico.

6.] Noi siamo consapevoli del fatto che la cultura ha sacrificato quasi tutte le sue potenzialità al potere politico. La cultura viene usata per veicolare messaggi utili al progetto politico che attualmente vediamo in atto. Anzi, la cultura è stata diretta, sostituita quasi totalmente con il programma politico dei poteri forti che dominano la nostra nazione.

7.] La cultura ha abdicato al suo ruolo fondamentale e noi non abdicheremo alla responsabilità di insistere affinchè si costruisca una alternativa culturale all’abominio, allo stupro, alla violenza contro le donne, contro le persone più deboli.

8.] Il nostro punto di vista è differente. La nostra visione lucida e radicale. Il nostro posizionamento è "di genere". La nostra critica è "complessa". Non può essere liquidata con superficialità.

9.] Chiediamo ai creativi/e, produttori/trici, distributori/trici del mondo della cultura di essere maggiormente sensibili alle tematiche di genere.

10.] Chiediamo un impegno, non una presa d’atto, ma una riflessione responsabile che induca alla difesa di valori che riteniamo dovrebbero essere patrimonio collettivo e non solo delle donne.

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Assemblea pubblica per la chiusura di Casapound

Chiudere Casa Pound.
A Bologna e ovunque. Ora.

   
Noi riteniamo inaccettabile la presenza di una sede fascista nel centro
della nostra città.
Questo è il punto di partenza della riflessione che abbiamo iniziato e
che vogliamo condividere con tutti voi.

Casa Pound a Bologna è situata in Piazza di Porta Castiglione 12, sulle
mura di accesso al centro storico, sul perimetro dei Giardini
Margherita, appena prima della salita ai Colli, in un quartiere che
frequentiamo anche noi.
Al civico di Piazza di Porta Castiglione 12 c’è una sede fascista, una
cellula di un’organizzazione nazionale che sta inaugurando basi in tutte
le principali città italiane, Parma e Reggio Emilia sono altri due
recenti esempi.

Casa Pound non è un insieme di reduci e nostalgici: è un movimento di
destra moderno, ampio, dal linguaggio contemporaneo ed in rapidissima
espansione. Ed è pericoloso, anche per le violentissime e ripetute
aggressioni contro migranti, militanti di sinistra e studenti.
Per questo Casa Pound va chiusa, a Bologna e ovunque. Ora. Prima che i
danni della sua presenza siano materialmente troppo evidenti per essere
fermati, prima che la sua diffusione divenga metastasi.

Il passato della nostra città è stato costellato dalle iniziative
assassine di fascisti e nazisti; talvolta, inoltre, Bologna è stata
usata come laboratorio di sperimentazione delle pratiche reazionarie.
Ma Bologna è stata anche la città che ha saputo fondarsi sulla capacità
di lottare e sconfiggerli ed è nel nostro codice genetico la capacità di
liberarci. Da questo dipende anche la possibilità di costruire una città
diversa, libera, senza razzisti e senza gli incubi del passato.

E’ tempo di farlo, prima che sia troppo tardi.

Assemblea pubblica
Presentazione del dossier Chiudere Casa Pound prodotto dal TPO

Sala del Baraccano/ Martedì 27 ore 20.30/ Via Santo Stefano 119

Partecipano:
Giacomo Russo Spena- giornalista Il Manifesto
Luca Alessandrini- Istituto Parri
Andrea Forlani- presidente Quartiere Santo Stefano
sono stati invitati a partecipare: Anpi, FARE, Antagonismo Gay, MIT

Tpo
Via Casarini 17/4
Info: tpo@mail.com
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Annagiù ci scrive da Atene: manifestazione e cariche

>>> Esteri: GRECIA: SCONTRI DURANTE MANIFESTAZIONE AD ATENE

Atene,
24 gen. (Adnkronos/Dpa)- Violenti scontri sono scoppiati questo
pomeriggio nel cento di Atene dove un migliaio di manifestanti ha
lanciato pietre, bastoni e bottiglie moltov contro la polizia che ha
risposto con il lancio di lacrimogeni. Gli scontri sono durati circa
un’ora. La manifestazione era stata indetta per chiedere la liberazione
delle 50 persone arrestate durante l’ondata di violente proteste che ha
investito le principali citta’ greche nel mese di dicembre. Le
dimostarzioni erano state scatenate dalla morte di un quindicenne
rimasto ucciso dalla polizia il 6 dicembre.

 **************

 Annagiù ci scrive a caldo da Atene:

 

 

ciao care…
in questi ultimi giorni, qua ad atene sono riprese le manifestazioni.
ciò che colpisce è l’aggressività della polizia, arrivata a dei livelli
di grande pericolosità.. la sensazione è che stiano cercando di
massacrare tutti, e la paura diffusa è che possano esserci altre morti.
tra giovedì e ieri vi sono state 2 manifestazioni piuttosto grosse e
partecipate (soprattutto quella di ieri), in cui l’atteggiamento della
polizia è stato imprevedibile, ingiustificato ed assurdo.
giovedì sera, un lungo corteo è partito dal centro di atene, per
arrivare a gazi, quartiere molto in per la vita notturna, pieno di
locali, teatri e conema e dove si trovano alcuni ministeri (cultura,
lavoro), per manifestare solidarietà ad un’attivista dei sindacati di
base, alla quale è stata bruciata la faccia col vetriolo per aver
manifestato contro le politiche folli del suo padrone.
una volta arrivati molto vicini alla zona dei locali, la polizia ha
lanciato un numero impressionante di lacrimogeni e creando una
situazione ambigua: non ha infatti caricato il corteo, ma ha creato
grande tensione. testimonianze certe inoltre parlano del numero
impressionante di infiltrati nel corteo che cercavano di caricare
ancora più la tensione già alta per molte ore sotto gli agenti chimici,
distruggendo sistematicamente anche obbiettivi senza interesse alcuno
(vetrate di ristoranti, semafori, cartelli stradali..). tutto questo è
durato delle ore!!!
ieri invece è successo qualcosa di davvero impressionante…
a mezzogiorno una manifestazione per la liberazione degli arrestati
durante le rivolte di dicembre, è partita da una piazza decisamente
turistica di atene (monastiraki, a ridosso dell’antica agora e subito
sotto l’acropoli, fulcro dell’antica atene bizzantina), che doveva
arrivare sino ai propilei, sede storica dell’università di atene, in
pieno centro. io sono arrivata parecchio tardi, in realtà, e ho
incrociato la manifestazione a metà, mentre la testa era quasi alla
fine della strada dei negozi e grandi magazzini (Ermou), dove
moltissima gente si era unita al corteo, aveva chiesto volantini, si
era informata: uno straordinario contatto con la gente, estremamente
positivo, essendo una manifestazione organizzata dai gruppi anarchici
(si parla di 5000/10000 persone!!)!
io ero sola e in cerca dei miei amici, ma vista la quantità di gente ho
deciso di arrivare alla fine della manifestazione con la testa del
corteo e di aspettarli lì. superata piazza Syntagma (quella del
parlamento) e svoltato su una delle 3 arterie principali del centro
(odos Panepistimiou), sono partiti dei lacrimogeni (da notare che per
tutto il corteo la polizia era praticamente assente!). sono stati
creati dei cordoni e la testa del corteo è arrivata ai propilei. quando
mi sono girata ho visto gente che correva in avanti e la polizia che
attaccava alle spalle con grande violenza e senza motivo, urlando e
insultando con un uso di lacrimogeni ingentissimo…mi sono davvero
spaventata, anche perchè ero sola, senza occhialini nè nulla per
coprirmi e cominciavo a non respirare nè vedere, quindi me se sono
andata il più velocemente possibile.
ci sono stati tantissimi feriti, anche gravi e nelle ore successive la
guerriglia dovunque…. la polizia ENTRAVA NEI BAR a stanare i
manifestanti e li trascinava fuori(!!!!!!!!!!) tant’è che io non ho
potuto andare in ospedale da una mia amica a cui hanno aperto la testa
con una manganellata, perchè c’era polizia dovunque che fermava i
"sospetti", fino alle 7 di sera!

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